Trama e RecensioniTrama: A New York, nella zona più esclusiva di Manhattan, vivono Bob e Steffi, ricchi, democratici e dediti ad una intensa vita sociale. Entrambi divorziati, lui si è portato i due figli del precedente matrimonio, un maschio e una femmina, lei ha con sè la figlia del precedente marito, insieme hanno avuto due figlie. Di questa famiglia mista fa parte anche Joe, il primo marito di Steffi, intellettuale e scrittore, che dopo la separazione non riesce a trovare un legame stabile e di queste sue difficoltà rende partecipi la ex moglie e il suo nuovo marito. Intanto la figlia Skylar è in procinto di sposare il giovane Holden che le regala un anello di valore. Ma la madre, dedita al riscatto delle persone meno fortunate, accoglie in casa il gangster Charles che corteggia Skylar, la quale cede, salvo ravvedersi dopo un grande spavento. Joe per l'estate va in vacanza a Venezia con la figlia Dj che l'aiuta ad avvicinare la bella Von, studiosa americana del Tiepolo. Von è sposata ma, in crisi con il marito, accetta di raggiungere Joe nella sua casa di Parigi. Dopo un periodo di vita insieme, Von però sente il bisogno di tornare a New York dal marito, lasciando Joe in grande depressione. Anche Dj a Venezia ha conosciuto un ragazzo col quale vuole sposarsi, ma appena sbarcata dall'aereo di ritorno, ne conosce un altro e cambia idea. Passata l'estate, arriva l'autunno, quindi l'inverno e, in prossimità del Natale, tutta la famiglia si trasferisce a Parigi dove, all'holet Ritz, è solita trascorrere le vacanze di fine anno. Qui Joe e Steffi partecipano al ballo in onore di Groucho Marx, ma ad un certo punto si allontanano e, lungo la Senna rievocano i momenti del loro matrimonio. I ricordi sono dolci ed è importante conservare la speranza di un nuovo amore. Recensione di Emanuela Martini, "FilmTv" anno 5 n° 6: Cantano e ballano proprio tutti gli attori nell'ultimo, geniale,
film di Woody Allen. Un musical ambientato tra Parigi, New York e Venezia che è una gioia
per gli occhi e
il cuore. Recensione di Francesco Troiano, "Tempi Moderni": Tutto
il cinema di Woody Allen (quantomeno quello da "Manhattan"
in avanti) può essere definito musicale, e non ci riferiamo alla grazia mozartiana da cui
esso è pervaso: ma agli splendidi standard di Gershwin, Porter, Kern, Mercer (e via
enumerando) che ne hanno accompagnato le immagini sullo schermo, facendo delle rispettive
colonne sonore veri e propri gioiellini da audiofilo. Critica da "Il Mereghetti 2000": Amena sit-com con canzoni, alla maniera di un musical di quarant'anni fa: molto compiaciuto e in punta di penna, pieno di autocitazioni (la figlia di Joe, DJ [Lyonne] che spia le sedute di analisi di Von, come capitava in "Un'altra donna") e di ammiccamenti. Certo non il migliore Allen degli ultimi anni, troppo snobisticamente newyorkese e ammorbidito nella satira. Anche se il sorriso non manca (la scena nella camera ardente con i fantasmi che ballano), e almeno un paio di numeri musicali (l'ospedale, il balletto finale sulla Senna) sono un omaggio sincero alle coreografie del bel tempo che fu. Canzoni d'epoca eseguite dagli interpreti, con le loro voci spesso stonate. Fotografia di Carlo Di Palma. Allen ha tagliato tutte le sequenze girate con Liv Tyler, Tracey Ullman e Kim Rossi Stuart. Critica di Maurizio Cabona, "Il Giornale", 5/2/97: Se non fosse di Woody Allen, Tutti dicono I love you sarebbe un filmetto a esclusivo uso degli intellettuali del Greenwich Village newyorkese e l'Italia lo ignorerebbe; invece, filmato dall'ex regista degli spot televisivi della rossa Coop, diventa per definizione opera d'autore. Ma di un autore in declino, il quale ogni anno si ostina a girare una pellicola nuova che però è sempre la stessa. |
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