Bibliografia

In un libro di straordinaria ricchezza e intelligenza Woody Allen ripercorre la sua carriera, dagli esordi di un adolescente che scrive storielle e pezzi per i giornali, alle prime sceneggiature, sino ai grandi successi cinematografici. Un'autobiografia completa, che svela i mille segreti dell'artista e dell'uomo: i "miti" e i maestri, il rapporto con gli attori e i collaboratori, ma anche i suoi amori, i suoi tic, le sue paure.

Stig Bjòrkman (1938), regista e critico cinematografico svedese, ha pubblicato due libri-intervista con
Ingmar Bergman e un volume sui registi svedesi contemporanei.
  

All'epoca della sua uscita, "Manhattan" riesce per qualche tempo a mettere d'accordo ammiratori e detrattori del regista e interprete Woody Allen.
Lo stesso Andrew Sarris, vecchio vate della critica statunitense e denigratore giurato
del comico newyorkese fin dai suoi primissimi esordi, definisce "Manhattan" come l'unico
«grande film americano degli anni '70».
Il segreto di questo successo - o almeno della fortuna critica del film - consiste senza dubbio
nella sua capacità di fondere in un equilibrio nuovo, maturo e seducente, tutte le componenti
dell'universo alleniano: una perfetta comunione tra umorismo verbale e visivo; tra commedia e dramma, amalgamati in uno stile personale e originalissimo che mette il senso dello spazio e del ritmo, del racconto e degli ambienti, dell'ombra e della luce, al servizio della visione del mondo di un autore che si è cercato a lungo, e ha trovato nel cinema la sua strada.

Elena Dagrada è «Maitre de Conférences» all'Università di Bordeaux III (Francia), dove insegna la teoria e l'estetica del cinema. È autrice, tra l'altro, di una monografia su Robert Siodmak (1987), di una ricerca sulla nascita della soggettiva (La rappresentazione dello sguardo nel cinema delle origini in Europa, di prossima pubblicazione presso Clueb), e di numerosi saggi pubblicati su riviste italiane e straniere.