La Letteratura

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 Testi Letterari

flag-it.gif (132 byte)  Woody Allen, Saperla lunga, Milano, Bompiani, 1973.


Saperla lunga - Introduzione di Umberto Eco

Forse non tuffi sanno che è proprio come scrittore che Woody Allen ha esordito, e che a 19 anni era già tra i più ricchi e famosi autori americani di battute e sceneggiature. Pubblicato per la prima volta nel 1966, Saperla lunga è il suo primo libro, una irresistibile raccolta di "pastiches", di variazioni "alla maniera di..." - come li ha definiti Umberto Eco - che nascono dagli ingredienti più diversi. I miti mutuati dai mass media, le mode e le idiosincrasie culturali dell'America degli anni Sessanta sono capovolti, svuotati, stravolti da una comicità che unisce humor yiddish, una vena di follia surreale e le personali ossessioni metafisiche di Allen. Appunti sparsi e vari sull'inautenticità del Villaggio Globale, questi testi ci dicono già molto delle nevrosi del loro autore, abitante della metropoli che non si integra da nessuna parte, dominato da un'unica e inutile passione che gli fa dire: «Provo un intenso desiderio di tornare nell'utero...Di chiunque».
   

Saperla lunga
flag-it.gif (132 byte)  Woody Allen, Citarsi addosso, Milano, Bompiani, 1976.   


Citarsi addosso

È come autore comico che Woody Allen ha esordito e moltissimi tra i suoi primi lettori non avevano ancora visto i suoi Film. Anche oggi, che è uno dei personaggi più famosi e apprezzati del mondo dello spettacolo, la sua scrittura umoristica continua a confermarsi una lettura straordinariamente brillante sia per chi ama il regista e l'attore, sia per quanti vogliono conoscere lo scrittore sull'onda del successo dei suoi film. Pubblicato per la prima volta nel 1972, Citarsi addosso è diviso in due parti. Gli improbabili "saggi, diari, memorie" della prima sezione sono senza dubbio tra le più riuscite espressioni della nevrosi metropolitana alleniana, ma anche la qualità dei due brevi testi teatrali che seguono è altissima.

"Non c’è dubbio che ci sia un mondo invisibile. Il problema è: quanto dista dal centro storico e qual è l’orario di chiusura? Di avvenimenti inspiegabili ne succedono di continuo. Un uomo vede gli spiriti. Un altro sente le voci. Un terzo si sveglia e si trova a correre a San Siro. Quanti di noi, una volta o l’altra, non hanno sentito una mano gelida sulla nuca mentre erano soli in casa? (Io, grazie a Dio, ma ad altri è successo) Cosa c’è dietro a queste esperienze? O anche davanti già che ci siamo. Sarà vero che certe persone possono predire il futuro o comunicare con i morti? E sarà possibile, dopo morti, fare ancora la doccia?"

È così che Woody Allen comincia la usa trattazione del mondo dell’occulto nel capitolo intitolato "Breve introduzione ai fenomeni medianici" di questa divertentissima raccolta.
Chi già conosce Woody Allen per i suoi film e anche chi ancora non lo conosce, troverà in questo volume, che raccoglie articoli, racconti e parodie, nuovi motivi per apprezzare il suo irresistibile umorismo.
Una curiosità: "Dio" è ambientato in un enorme anfiteatro vuoto e ha un Coro "classico" tra i suoi personaggi, come nel recente capolavoro cinematografico di Allen, "La dea dell'amore" (1995).
  

Citarsi addosso
flag-it.gif (132 byte)  Woody Allen, Effetti collaterali, Milano, Bompiani, 1981.   


Effetti collaterali - Dopo averlo letto non potremo fare a meno di dire: "Provaci ancora Woody!"

Imprevedibili, scatenate e/o contegnose, esilaranti, cosmicomiche, diaboliche, leggermente amare: ecco come possono essere definite - riduttivamente - le sedici short-stories raccolte dal grande Woody in questo volumetto. Sedici racconti brevi in cui si spazia dagli Ufo ("In linea di massima, un'accurata indagine sul posto appura perlopiù che gli oggetti volanti 'non identificati' sono invece ordinari fenomeni, quali meteoriti, satelliti, palloni sonda e, una volta, perfino un certo Lewis Mandelbaum, saltato in aria coi suoi fuochi d'artificio clandestini") a un'improbabile autoapologia alla maniera - si fa per dire - di Socrate, ad appunti per un romanzo di ottocento pagine "il grande libro che tutti attendono", a fatti, nevrosi & frustrazioni della vita quotidiana, a incontri con personaggi famosi (ad esempio Somerset Maugnam che offre questo prezioso consiglio a un aspirante scrittore: "In fondo a una frase interrogativa, ci metta sempre un bel punto di domanda. Dia retta a me. Non ha idea di quanto possa essere efficace"). Un libro arguto, divertente, amabile che piacerà a tutti i lettori.
  

Effetti collaterali
flag-it.gif (132 byte)  Woody Allen, Il racconto del pazzo: single, per sempre single, Bologna, Capriccio, 1989.
flag-gb.gif (156 byte)  Woody Allen, The Complete Prose of Woody Allen, New York, Wings Books/Random House, 1992.
   
 Opere Teatrali

flag-gb.gif (156 byte)  Woody Allen, Don 't Drink the Water - A Comedy in two Acts, New York, Samuel French, 1967.
flag-gb.gif (156 byte)  Woody Allen, Play It Again, Sam - A Romantic Comedy in Three Acts, New York, Samuel French, 1969.
flag-gb.gif (156 byte)  Woody Allen, Death - A Comedy in One Act, New York, Samuel French, 1975.
flag-gb.gif (156 byte)  Woody Allen, God - A Comedy in One Act, New York, Samuel French, 1975.
flag-it.gif (132 byte)  Woody Allen, La lampadina galleggiante, Milano, Baldini e Castoldi, 1993.


La lampadina gallegginate

Nell'oscurità più totale si accende una lampadina. Alla sua debole luce vediamo un ragazzo, Paul, che si esercita a fare giochi di prestigio. La lampadina, infatti, gli si è materializzata sulla punta delle dita ed è alimentata da chissà quale energia magica. Non è attaccata al muro né è collegata a una presa o a qualche filo. Presto comincerà a galleggiare misteriosamente nell'aria...

La lampadina gallegginate

   
 Sceneggiature

flag-gb.gif (156 byte)  Woody Allen, Don't Drink the Water, New York, Random House, 1967.
flag-it.gif (132 byte)  Woody Allen, Provaci ancora, Sam, Milano, Feltrinelli, 1983.


Provaci ancora, Sam

Il piccolo e occhialuto critico "Sam" Felix passa tutto il suo tempo a vedere film e a fantasticare invece di fare qualcosa di importante. La sua natura è quella di un watcher, "uno che guarda", e si trova circondato da doer militanti, come la moglie Nancy che lo ha piantato: gente "che fa". La sua difesa, e la sua catastrofe, è di atteggiarsi come il suo modello: il grande Humphrey. La sfortuna fa sì che l'unica donna che lo ricambia sia Linda, la moglie del suo migliore amico Dick. In un finale all'aeroporto, come in Casablanca, il protagonista rinuncerà all'amata, tranquillizzando l'amico circa la natura della notte che lei aveva passato a casa sua: "Linda era da me a farmi da baby-sitter". Quando l'aereo si alza in volo, gli appare il fantasma di Bogart, a cui Sam dirà: "il segreto è non essere te, ma essere me
Provaci ancora, Sam (Play It Again, Sam,1972) è il film che lanciò Woody Allen nel mondo, facendo diventare popolare il personaggio del piccolo uomo in disaccordo con se stesso, a mal partito con le donne, a disagio con tutto ciò che tocca. Ci sono già espressi tutti i caratteri dei film dell'Allen maturo e le prime avvisaglie della sua irresistibile comicità.

Provaci ancora, Sam
flag-it.gif (132 byte)  Woody Allen, Tutto quelle che avreste voluto sapere suI sesso ma non avete mai osato chiedere, Milano, Feltrinelli, 1986.


Tutto quelle che avreste voluto sapere sul sesso ma non avete mai osato chiedere

Uno dei film più brillanti di Woody Allen, Tutto quello che..., prendeva spunto da uno spigliato manualetto scritto, sul finire degli anni sessanta da uno dei tanti specialisti in sesso delle università americane, il dottor David Reuben. Ogni riferimento al dottor Reuben, avverte Allen nei titoli di testa del film, è puramente casuale; rimane lo schema di sette scabrose domande su cui è costruito il film, sette storie esemplari che rispondono (o meglio non rispondono) ad altrettanti "angoscianti" interrogativi:
Funzionano gli afrodisiaci? E disdicevole amare gli animali? Perché alcune donne hanno difficoltà a raggiungere l'orgasmo? I travestiti sono sempre omosessuali? Qual è la mia perversione? Che cosa succede durante l'eiaculazione? Quest'ultimo episodio è rimasto famoso per la sua esilarante fantasia. Costruito come un film di fantascienza, è ambientato in un modernissimo centro di controllo (il cervello) che comanda le operazioni dei nuclei periferici (gli organi) come se si dovesse provvedere ad un lancio in orbita. In realtà 1 occasione imminente è un rapporto sessuale. Alla fine dell'operazione, felicemente condotta a termine, si brinda e si festeggia e ci si prepara addirittura ad un nuovo tentativo...

Tutto quelle che avreste voluto sapere sul sesso ma non avete mai osato chiedere
flag-it.gif (132 byte)  Woody Allen, Io e Annie, Milano, Feltrinelli, 1984.


Io e Annie

Settimo film di Woody Allen, Io e Annie (1977) è anche il primo in cui il grande comico, ormai quarantenne, sente il bisogno di uscire dalla sua narcisistica solitudine, dal suo "citarsi addosso", per confrontarsi con l'Altro, anzi con l'Altra: la donna. Ma la donna non è per Allen, come in tanto cinema e tanta letteratura contemporanea, un oggetto o una succube, o una rivale. E Annie Hall, una ragazza "normale", vera di una verità che sa tener testa alle sicurezze-insicurezze virili del piccolo intellettuale ebreo-newyorkese. A lui piacerebbe essere il suo Pigmalione, e lei è d'accordo, ma è anche una persona, ha i suoi problemi e le sue contraddizioni, ha una sua autonomia, e non è affatto così malleabile come Alvy (W. Allen) ha creduto. La parola, anche se autoironica, brillante, torrenziale, non è sufficiente a mantenergli il controllo della situazione, tanto più che anche Annie (Diane Keaton) non tace, tutt'altro. Il loro è un grande amore, e come tutti i grandi amori è destinato a finire - o a trasformarsi: qui in solidarietà nuova, in amicizia, in un altro tipo di amore.

Io e Annie
flag-it.gif (132 byte)  Woody Allen, Interiors, Milano, Feltrinelli, 1993.
flag-it.gif (132 byte)  Woody Allen, Manhattan, Milano, Rizzoli, 1982.
flag-gb.gif (156 byte)  Woody Allen, Stardust Memories. Hannah and Her Sisters, New York, Random House, 1987.
flag-gb.gif (156 byte)  Woody Allen, Three Films of Woody Allen (Zelig. Broadway Danny Rose. The Purple Rose of Cairo), London, Vintage Books, 1987.
flag-it.gif (132 byte)  Woody Allen, Zelig, Milano, Feltrinelli, 1990.


Zelig

Traduzione di Pier Francesco Paolini
Zelig (1983) è uno dei film più singolari di Woody Allen: per molti versi è un film a sé, per altri costituisce la chiave della sua visione del mondo. Un umile impiegato nuovayorchese, Leonard Zelig, scompare. Ha lasciato solo due foto: in una appare a fianco del drammaturgo Eugene O'Neill, nell'altra è abbigliato come Canio ne I pagliacci. Poco dopo, nel quartiere cinese, viene prelevato dalla polizia un asiatico che gli assomiglia molto. Ricoverato al Manhattan Hospital, mostra i segni di una sbalorditiva sindrome: "diventa" come la persona con cui è a contatto, obeso con gli obesi, negro con i negri, medico con i medici. L'unica che riuscirà a capire la natura della sua "malattia" sarà la dottoressa Eudora Fletcher, la quale intuirà che Zelig "vuole essere come gli altri, perché vuole piacere agli altri". Il suo essere un camaleonte è una forma di difesa di un tipico "uomo massa" sconcertato e impaurito dalla realtà che lo circonda e disorientato dall'assenza di valori dell'epoca contemporanea. Come sostenne Sigmund Freud, ne Il perturbante, le figure del doppio, del sosia, della ripetizione, ci mostrano la morte dell'Io come principio ordinatore del mondo. Zelig in questo è una figura simbolo del nostro tempo.

Zelig
flag-it.gif (132 byte)  Woody Allen, Crimini e misfatti, Milano, Feltrinelli, 1992.
flag-it.gif (132 byte)  Woody Allen, Mariti e mogli, Milano, Feltrinelli, 1994.
 Monografie

  

Sali


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