Allen
"riscopre" Bergman
Commento:
Harry a pezzi è stato il film di apertura fuori concorso della 54ª Mostra Cinematografica di Venezia del 1997, questo articolo
pubblicato prima della prima proiezione della pellicola, si basa su voci e notizie
"rubate" dal set, quindi su nulla di certo (almeno all'epoca). Sono comunque
sicuro che vi troverete diversi spunti interessanti. |
Mistero fitto su "Deconstructing Harry" il film del
regista newyorchese che inaugura la Mostra. La trama fa pensare a una rivisitazione di
"Il posto delle fragole" ma... E intanto lui è già al lavoro su un nuovo
progetto.
Dalle
notizie, risicatissime, che sono uscite dal set, "Deconstructing Harry",
il film di Woody Allen, che apre fuori concorso la 54ª
Mostra di Venezia, pare una variazione alleniana su "Il posto delle fragole",
il capolavoro di Bergman (autore amatissimo e citatissimo da Allen) dove un vecchio
luminare della medicina viaggia con la nuora e altri passeggeri occasionali per andare a
ritirare un premio accademico, e dove il viaggio si risolve in un rendiconto esistenziale
e un andirivieni tra fantasmi, ricordi e realtà. Anche Allen è in viaggio, con il figlio
e una prostituta nera, per andare a ritirare una laurea honoris causa: uno scrittore,
ancora una volta in crisi, caustico con amici, nemici, familiari, ex mogli, ancora una
volta "a mezza strada", a un punto critico della sua vita e in bilico tra
realtà e finzione. Nei suoi film Allen è stato clarinettista ("Il dormiglione"), comico ("Io e Annie"), agente teatrale ("Broadway Danny Rose"), critico cinematografico ("Provaci ancora, Sam"), giornalista sportivo ("La dea dell'amore"), regista ("Stardust Memories" e "Crimini e misfatti") e soprattutto scrittore ("Manhattan", "Mariti
e mogli", "Tutti dicono I Love You"),
riproducendo sempre il mondo scontroso e nervoso che conosce, tra il Central Park e il
ponte di Brooklyn, tra la tristezza accorata degli anni '70 e il sorriso amarognolo dei
'90. La nevrosi solitaria dello scrittore gli si addice, come gli si addice l'acume della
parodia letteraria. Quando ancora scriveva (non i suoi film, ma i brani e "racconti" pubblicati sui maggiori giornali americani e
nelle raccolte "Saperla lunga",
"Citarsi addosso", "Effetti collaterali"), Allen ha
scritto passi irresistibili, parafrasando testi letterari disparati. Gli hard boiled, come
in "Mr. Big", dove un detective viene assunto da una bionda per
indagare sulla morte di Dio («Oh sì bambina,
quando l'Essere Supremo viene fatto fuori, qualcuno deve pagare il dazio»), e gli americani dalla generazione perduta, come in
"Memorie degli anni '20" («Quando
mi svegliai, Ernest aveva montato la tenda e sedeva accanto a un grande fuoco preparandoci
gli antipasti. Lo presi in giro per la sua nuova barba, ne ridemmo insieme e bevemmo del
cognac, poi ci infilamino i guantoni da boxe ed egli mi ruppe il naso»).
Incubi kafkiani, come nella "Dieta",
dove l'impiegatino F., "tendente alla pinguedine", si mette a dieta («Mio padre ha ragione, pensò F., sono uno scarafaggio
disgustoso. Non fa meraviglia che Schnabel, quando gli chiesi un aumento di stipendio, mi
rispose con una spruzzata di DDT»), e testi
sacri, come nei "Manoscritti della Mano Morta" («Quindi Giobbe cadde in ginocchio e gridò al Signore:
"A Te sia il regno dei cieli e il potere e la gloria. Tu hai un buon impiego.
Tientelo caro»). Cori greci surreali che
anticipano "La dea dell'amore" e un
duetto con la Morte (con partita a ramino e non a scacchi) che rimanda al "Settimo
sigillo" bergmaniano (e poi ad "Amore e
guerra"). Un intreccio di amori e influenze letterarie e cinematografiche
che ha accompagnato la carriera di Allen e, certamente, quella di Harry.
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